Quasi la metà della forza lavoro globale rischia di perdere i propri mezzi di sussistenza a causa del COVID-19. Tra i più vulnerabili ci sono le donne, le minoranze e coloro che lavorano in nero, che sono stati significativamente colpiti dai lockdown e/o che lavorano nei settori più impattati. Fra di loro, proprio i giovani stanno vivendo una seconda recessione globale durante gli anni critici della loro formazione.

Ci troviamo a un bivio innegabile sia per la nostra economia che per la società: siamo chiamati a decidere come mantenere una crescita economica sostenibile dal punto di vista sociale. Riconoscere che il business non dovrebbe essere misurato esclusivamente sui profitti non è una nozione nuova: i cosiddetti approcci TBL hanno dimostrato di poter migliorare la performance a lungo termine delle aziende e degli investimenti. Eppure, ad oggi, l’adozione di queste pratiche rimane bassa nonostante la crescente consapevolezza.

Con la chiusura delle città a causa della pandemia, l’utilizzo di Internet è aumentato, con le scuole e i luoghi di lavoro che dipendono fortemente dalle interazioni virtuali. Tuttavia, questo cambiamento ha mostrato un problema di vecchia data: il divario digitale. Ad oggi, 3,5 miliardi di persone vivono senza accesso a Internet, e sono quindi incapaci di lavorare e imparare online, rendendo così le nostre comunità e istituzioni molto meno resistenti agli shock futuri e limitando le promesse di trasformazione fornite dall’Industria 4.0.

Con oltre la metà della popolazione mondiale online, le piattaforme digitali e di altri social network stanno trasformando radicalmente le interazioni umane. Mentre offrono agli utenti la possibilità di connettersi con gli altri come mai prima d’ora, richiedono importanti competenze di alfabetizzazione digitale per distinguere i fatti dalle fake news, sviluppare punti di vista informati ed evitare (o almeno attenuare) il fenomeno della “bolla comunicativa”.

Le ragioni morali e finanziarie per combattere il cambiamento climatico continuano a ispirare importanti cambiamenti nell’industria e nelle politiche. GE si è recentemente impegnata ad abbandonare il carbone mentre Pechino si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2060. Nonostante ciò, gli investimenti verdi rappresentano solo l’1% dei 12 trilioni complessivi promessi dai Paesi più ricchi. Governi e aziende continuano a investire massicciamente nei combustibili fossili, minando le prospettive di una equa transizione verde.

I giovani consumatori considerano sempre più importante la sostenibilità e concentrano i propri acquisti su prodotti locali e sostenibili. Il “Consumo consapevole” è una delle tendenze che influenza maggiormente l’ambito della sostenibilità. Dall’altro lato però rappresenta anche un complesso problema di azione collettiva che molti consumatori hanno difficoltà a comprendere, considerare o implementare.

I rappresentanti politici e del settore pubblico devono affrontare una delle più grandi prove di sempre. L’aumento della disuguaglianza di reddito, il cambiamento del mondo del lavoro dovuto alla forte innovazione tecnologica, insieme alla pandemia, e le crescenti disuguaglianze socio-economiche e razziali, sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano il nostro periodo storico. Risposte inadeguate a queste crisi globali porterebbero a un ripensamento delle istituzioni politiche, dei governi e delle democrazie.

La pubblica sicurezza è considerata una priorità fondamentale sia per le amministrazioni cittadine che per i residenti. Tuttavia, la violenza contro le donne e altre minoranze ha messo in discussione l’efficacia di tali sforzi. Basti pensare che 1 donna su 3, a livello globale, subisce violenza fisica o sessuale e i membri della comunità LGBTI sono ancora oggetto di discriminazione. Inoltre, gli appelli globali per porre fine alla brutalità della polizia contro le comunità afro sono stati il ​​più grande movimento per i diritti civili della nostra generazione.

Con oltre 100 milioni di persone colpite e innumerevoli vite perse, il COVID-19 è oggi la più grande minaccia per la salute pubblica. Avendo avuto un impatto su quasi tutte le comunità, ha mostrato disuguaglianze profonde che hanno avuto conseguenze più gravi sui gruppi storicamente svantaggiati, sottolineando le disparità preesistenti legate allo stato socio-economico, alla razza e alla cultura. Un’assistenza sanitaria mondiale potrebbe essere la risposta giusta a questo problema.

Una persona su quattro sarà affetta da disturbi mentali o neurologici e la pandemia di coronavirus sta esacerbando questa problematica.. Per via del COVID, milioni di persone in tutto il mondo stanno ora lottando per far fronte all’incertezza, alla perdita, al dolore e a un isolamento senza precedenti. I sistemi di supporto per la salute mentale devono essere reinventati per garantire a tutte le persone l’aiuto di cui hanno bisogno per superare gli strascichi della pandemia e far fronte a una crisi globale sulla salute mentale.